Classica

Mariam Batsashvili ai concerti della IUC

Mariam Batsashvili
Mariam Batsashvili © Claudio Rampini

La giovane stella georgiana del pianoforte per la prima volta a Roma

Aula Magna della Sapienza affollata, sabato 17 novembre per l’esordio a Roma della venticinquenne pianista georgiana Mariam Batsashvili per la stagione dell’Istituzione Universitaria dei Concerti. Vincitrice di prestigiosi concorsi, ha tenuto recital in oltre 30 paesi ricevendo unanimi consensi.

Musiche famose per un pubblico esigente

A Roma presenta un programma accattivante che parte con la Ciaccona in re minore di J. S. Bach nella versione per pianoforte di Ferruccio Busoni. Non siamo in presenza di una semplice trascrizione o di una parafrasi dell’originale per violino solo, ma di una nuova composizione che propone un potenziamento dell’idea compositiva bachiana, amplificato dalla nuova enfasi che il passaggio alla tastiera permette. E’ stata poi la volta del Rondò in la minore K 511 di W. A. Mozart, un brano di atmosfera morbida lontana da quella dei rondò brillanti e giocosi della tradizione dell’epoca. Un certo carattere antico emerge dalla scrittura che enfatizza il contrappunto e la raffinatezza del suono.

In entrambi questi due primi brani Mariam Batsashvili da prova di un tocco emozionante insieme con una lettura rigorosa e tecnicamente impeccabile.

Franz Schubert scrisse l’op. 142 e la pubblicò con il nome di Quattro improvvisi, ma si tratta di una opera unitaria con una originaria concezione sonatistica, poi spezzettata forse per motivi editoriali. Il primo Improvviso in fa minore, popolarissimo, nelle mani sapienti ed agili della nostra giovane pianista racconta un’atmosfera tragica pur nei merletti delle leggere e sognanti ornamentazioni.

Tra tutti il prediletto sembra Liszt

La musica tzigana è la cifra distintiva nazionale della cultura ungherese e molti autori hanno rielaborato questi stilemi popolari nelle loro composizioni, tra questi spicca Franz Liszt che ha scritto le popolarissime 19 Rapsodie Ungheresi che sono il banco di prova delle potenzialità tecniche ed espressive di ogni giovane pianista. La nostra non ha tradito le attese ed ha confermato nella Rapsodia n. 12 quanto il pianismo lisztiano, con la sua energia e le sue acrobazie, sia nelle sue corde. Predilezione ribadita nella successiva Fantasia su temi de Le Nozze di Figaro e Don Giovanni di Mozart, lasciata incompiuta dallo stesso Liszt e poi completata dall'esegeta australiano Leslie Howard. Tra i due brani lisztiani l’Andante spianato e grande polacca brillante op. 22 in mi bemolle maggiore di Fryderyk Chopin ha avuto apprezzamenti poco convinti, forse perché un po’ lontano dall'atmosfera romantica che il pubblico sempre si aspetta.

Applausi e complimenti da parte del numeroso pubblico, con un omaggio floreale alla giovane stella nascente.